Ho imparato a scrivere in bella scrittura (calligrafia) col pennino intinto nel calamaio Pelikan. Poi è arrivata la Bic, e tutti avevamo finalmente le maniche dei grembiuli meno tinte di blu di prussia, e la scrittura si è fatta via via più scorrevole e veloce ma certo meno bella. Oggi scriviamo quasi esclusivamente al computer o digitando parossisticamente sui tastini del nostro cellulare e stiamo perdendo persino la capacità di scrivere dignitosamente su di un foglio di carta da lettera, merce sempre più rara. La scrittura è divenuta sempre più sintetica, metaforica ed allusiva, a danno della capacità di esprimere un pensiero compiuto ragionato e profondo.
Ho studiato ed imparato con insegnanti che prediligevano analisi e contenuti al mero nozionismo (non tutti in verità..), ho sostenuto esami universitari con scritti ed orali e senza quiz a risposta multipla, relegati alle scuole-guida, e che oggi imperano a tutti i livelli.
Forse tutto ciò è insito nel concetto di progresso, la storia dell’umanità ci insegna che le tecnologie hanno da sempre condizionato e modificato modi e stili di vita.
Ma oggi condizionano e modificano anche le nostre capacità di pensare, di formarci liberamente un’opinione, così come sancito dalla nostra (dimenticata? mai applicata?) costituzione.
Quando vedevo mio figlio ed i suoi coetanei “smanettare” alla velocità della luce e con gli occhi arrossati e fissi davanti ad una consolle dentro di me pensavo cose orribili, li stanno addestrando da piccoli affinchè da grandi possano all’occorenza “smanettare” altrettanto velocemente sulla consolle, chissà, di un F-35. Ed il pensare, in quei casi, non aiuta di certo a sopravvivere.
Dovremmo tutti rileggerci qualche testo sul Condizionamento Sociale del Pensiero, a cominciare da Locke.
Saluti
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Di: franco bonelli
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